la rassegna del brutto
Prima di noi, e ben più degnamente, altri notarono lo stridente contrasto fra le scarse esibizioni grafiche cosiddette di lusso – dove il virtuosismo tipografico nella ricerca del bello può esplicarsi largamente – e l’abbandono in cui vengono lasciate invece tutte le altre numerose varietà di stampati di comunissimo uso.
Riproduciamo a questo proposito quanto recentemente scriveva P.M. Bardi in un suo articolo su “L’Ambrosiano”: “Noi pensiamo che la tipografia abbia una parte preponderante nella formazione del gusto.
Basta riflettere per un momento al tempo che l’uomo dedica alla lettura per capire l’influenza decisiva che la stampa può esercitare sull’educazione dell’occhio e dell’anima. È tuttavia inesplicabile la trascuratezza con cui si fa la tipografia in genere: alludiamo, tanto per semplificare, alla scatola dei fiammiferi, al biglietto del tram, su su fino alla copertina del Touring Club italiano, o giù giù fino ai moduli delle Preture. L’assenza di uno stile, dello stile coerente con il tempo che in altri campi è in atto, per quanto riguarda la tipografia, è un fatto che va notato con vivo rammarico.”
La campagna da varie parti promossa in favore del libro italiano, necessaria e opportuna nei suoi intenti particolari, non è totalmente rispondente alle attuali necessità. Massimamente perché oggi il libro costituisce più come nel passato, l’unica espressione grafica, dato il crescente sviluppo delle altre infinite forme di stampati che l’intensità della complessa vita moderna ha reso necessari. In secondo luogo perché l’edizione decorosamente curata nella forma grafica e degna sotto tutti gli aspetti di svolgere opera di educazione estetica, per ovvie ragioni, non può esplicare la sua azione che in una cerchia ristrettissima.
Di qui l’opportunità di partire dal basso prendendo in esame gli stampati di uso comunissimo destinati, per la loro generale diffusione, anche al pubblico minuto. Dai biglietti tranviari e cinematografici ai volantini pubblicitari; dai moduli postelegrafici e ferroviari a quelli statali, comunali e pubblici in generale, è tutta una ibrida congerie di stampati che potrebbero formare il pezzo forte di una mostra del brutto. Anche i documenti militari (congedi, decorazioni, ecc.), che per il loro valore morale meriterebbero un miglior trattamento, non hanno molto da invidiare.
Quali le conseguenze immediate di questo stato di cose? Il pubblico, generalmente alieno da questa forma di speculazione estetica che considera di insignificante importanza, è tratto a considerare le espressioni del brutto imperante come modelli da prendersi ad esempio e, per un fenomeno di mimetismo, non si perita di riprodurre anche nei suoi stampati le ibride forme grafiche che l’uso quotidiano ha consacrate. Il nostro asserto può essere facilmente suffragato dai pochi ma tipici esempi che presentiamo.
Nell’intestazione della figura 1 si nota indubbiamente molta analogia col certificato comunale della figura 2. È evidente la fonte unica che ha ispirato l’esecuzione dei due lavori. Se il tipografo, con pochissimo sforzo e senza dover gravare il prezzo, avesse applicato una forma più armonizzante nei caratteri e più razionale e piacevole nella disposizione, avrebbe forse urtato contro le prevenzioni ormai radicate del cliente. Esempi se ne potrebbero citare a migliaia. Per necessità di spazio ci limiteremo per ora a considerare un tipo di stampato che per la sua enorme diffusione può chiamarsi di uso generale.
Lo scontrino tranviario pro Croce Rossa, che riproduciamo nella figura 3, sia esteticamente che praticamente, non risponde agli scopi propagandistici che si propone. La soluzione che presentiamo nella figura 4 s’impone con lineare semplicità per la sua efficace chiarezza. Senza eccessivo sforzo e solamente con una equilibrata analisi dello scopo cui deve servire il soggetto si può arrivare, come nell’esempio nostro, ad espressioni evidentemente riuscite esteticamente e decorose. Ottima l’idea di utilizzare una parte del biglietto per la pubblicità o per la riproduzione di vedute dei principali monumenti a scopo di propaganda turistica.
Questa forma di pubblicità può riuscire indubbiamente efficace quando sia fatta intelligentemente, cioè con criteri razionali e tenendo conto delle peculiari caratteristiche di ogni singola località (turistiche, artistiche, industriali, ecc.). Eseguita invece in forma pedestre non servirà che a deturpare ancor di più il povero biglietto. E il turista non sarà certo edificato dalle grottesche sagome che s’intravedono nello sfondo e che vorrebbero presentare visioni della città (figura 5).
Modificando il formato, distribuendo meglio sulle due facciate i diversi elementi e riducendo alla parte veramente essenziale le norme per i passeggeri, non sarà difficile rendere il tutto più piacevole (figura 6). Da notarsi che noi abbiamo finora preso espressamente in esame i biglietti di città di primaria importanza. Poiché, volendo considerare anche quelli di certe tranvie suburbane e interprovinciali vien fatto di pensare all’imbarazzo dei buoni villici alle prese con certi… indovinelli di ardua soluzione (figura 7).
Tutto questo diciamo non per l’oziosa mania di cercare il cosiddetto pelo nell’uovo, ma con la ferma convinzione che sia necessario non trascurare anche questo genere di stampati che formano tanta parte della nostra produzione. Considerando poi che essi vengono riprodotti a milioni di esemplari, l’eventuale maggiore impiego di tempo per svolgere forme più razionali e piacevoli non verrebbe ad incidere sul costo complessivo. Ed è inconcepibile come, nonostante i tangibili progressi raggiunti dall’arte tipografica, questo vastissimo campo della nostra attività rimanga precluso all’influenza di tali conquiste, permanendo in una pigra inferiorità, lontanissimo da ogni senso di ragionevole bellezza.
Giovanni Peviani
Campo Grafico / Year I / N. 4 / April 1933
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THE EXHIBITION OF UGLINESS
Before us, and far more aptly, others noted the stark contrast between the few so-called luxury graphic displays - where typographic virtuosity in the pursuit of beauty can be amply expressed - and the neglect in which all the other numerous varieties of printed matter of very common use are left instead.
We reproduce in this regard what P.M. Bardi recently wrote in an article in "L'Ambrosiano": "We think that typography has a preponderant part in the formation of taste. It is enough to reflect for a moment on the time that man devotes to reading to understand the decisive influence that printing can exert on the education of the eye and soul. However, the carelessness with which typography in general is done is inexplicable: we are alluding, just to simplify, to the matchbox, the tram ticket, up to the cover of the Italian Touring Club, or down to the forms of the Magistrates' Courts. The absence of a style, of the style consistent with the times that is in place in other fields, as far as typography is concerned, is a fact that must be noted with great regret."
The campaign promoted by various parties in favour of the Italian book, necessary and opportune in its particular intentions, does not fully meet current needs. Primarily because today the book constitutes, more as in the past, the only graphic expression, given the increasing development of the other infinite forms of printed matter that the intensity of complex modern life has made necessary. Secondly, because the edition that is decently edited in graphic form and worthy in all aspects of aesthetic education, for obvious reasons, can only perform its action in a very small circle.
Hence the opportunity to start from the bottom by examining the most commonly used printed matter destined, due to its general circulation, to the small public. From tram and cinema tickets to advertising flyers; from post and railway forms to state, municipal and public forms in general, there is a whole hybrid congerie of printed matter that could form the centrepiece of an exhibition of the ugly. Even military documents (leave of absence, decorations, etc.), which for their moral value deserve better treatment, have little to envy.
What are the immediate consequences of this state of affairs? The public, generally alienated from this form of aesthetic speculation that it considers of insignificant importance, is drawn to consider the expressions of the prevailing ugliness as models to be taken as an example and, due to a phenomenon of mimicry, does not hesitate to reproduce even in its printed matter the hybrid graphic forms that everyday use has consecrated. Our assertion can easily be supported by the few but typical examples we present. In the header of figure 1, there is undoubtedly much similarity to the municipal certificate of figure 2.
The single source that inspired the execution of the two works is evident. If the typographer, with very little effort and without charging a price, had applied a form that was more harmonising in character and more rational and pleasing in its layout, he would perhaps have bumped up against the customer's ingrained prejudices.
Examples one could cite in the thousands. For the sake of space, we will limit ourselves for the moment to considering one type of printed matter which, due to its enormous diffusion, can be called general use.
The pro-Red Cross tram receipt, which we reproduce in Figure 3, both aesthetically and practically, does not meet the propaganda purposes it proposes.
The solution we present in Figure 4 stands out with linear simplicity for its effective clarity. Without excessive effort and only with a balanced analysis of the purpose the subject is to serve one can arrive, as in our example, at expressions that are evidently aesthetically successful and decorous. Excellent is the idea of using part of the ticket for advertising or for reproducing views of major monuments for the purpose of tourist propaganda. This form of advertising can undoubtedly succeed when it is done intelligently, that is, with rational criteria and taking into account the peculiar characteristics of each individual locality (tourist, artistic, industrial, etc.).
Executed instead in pedestrian form, it will only serve to disfigure the poor card even more. And the tourist will certainly not be edified by the grotesque silhouettes in the background that are meant to present visions of the city (Figure 5). By changing the format, distributing the different elements better on the two sides, and reducing the passenger regulations to the really essential part, it will not be difficult to make it more pleasant (figure 6). It should be noted that we have so far expressly considered tickets from cities of primary importance.
For, wanting to consider also those of certain suburban and interprovincial tramways one is made to think of the embarrassment of good villagers grappling with certain ... riddles of arduous solution (figure 7).
All this we say not out of the indolent mania of nit-picking, but with the firm conviction that it is necessary not to neglect even this kind of printed matter that forms so much of our production. Considering, then, that they are reproduced in the millions, the possible increased use of time to carry out more rational and pleasing forms would not affect the overall cost.
And it is inconceivable how, despite the tangible progress achieved by the art of typography, this vast field of our activity remains precluded from the influence of such achievements, remaining in lazy inferiority, far removed from any sense of reasonable beauty.
Giovanni Peviani
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