La rivista e il regime
Il miracolo di dare vita a una rivista mensile indipendente sarà possibile grazie all'opera volontaria di tipografi, compositori, litografi, linotipisti, fototipisti, grafici e alla ospitalità (ma solo in orario festivo) di alcune tipografie. Appoggiavano l'impresa diversi amici sostenitori provenienti da altri ambiti: pittori, scenografi, scultori, architetti, superando di fatto la distinzione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale e le barriere di classe.
Simbolicamente Campo Grafico decolla proprio mentre il nazismo chiude il Bauhaus. La rivista approfitta con intelligenza del fatto che il fascismo non ha un pensiero unico nell'arte e nella cultura e quindi può portare avanti un'azione di rinnovamento in qualche caso iconoclasta anche verso protagonisti del regime.
Ma non mancheranno momenti di duro confronto quando nel 1934 Attilio Rossi, primo direttore della rivista, rifiuterà di pubblicare i manifesti di Persico e Nizzoli favorevoli al Plebiscito voluto da Mussolini. In quel momento non accade nulla di irreparabile, e l'espatrio in Argentina di Attilio Rossi, da tempo osservato speciale della polizia politica, eviterà guai maggiori, facendo sì che i rapporti tra la testata e le istituzioni corporative fossero sempre più improntati alla prudenza, pur senza cedere all'invito di diventare un organo sindacale ufficiale.
Campo Grafico / Year V / N.5-6 / May-June 1937
"Io considero i tipografi come facenti parte della aristocrazia del lavoro. Durante venti anni di giornalismo ho sempre considerato i tipografi non come dei compagni, ma come dei fratelli."
- B. Mussolini
"La religione liberale fu battuta in breccia dal decadentismo nel-la letteratura, dall'attivismo nel-la pratica. Attivismo: cioè na-zionalismo, futurismo, fascismo."
- B. Mussolini
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The journal and the regime
The miracle of giving life to an independent monthly journal would become possible thanks to the voluntary work of typographers, compositors, lithographers, linotypists, graphic designers, and the hospitality (though only on Sundays) of a few printing works. Several friends from other sectors supported the enterprise: painters, set designers, sculptors, and architects, actually overcoming the distinction between manual and intellectual work as well as all class barriers.
Symbolically, Campo Grafico took off right when the Nazi closed the Bauhaus. The journal took advantage of the fact that Fascism did not have a single thought about art and culture, and therefore they could carry out a renovation, at times iconoclastic, even towards the leading figures of the Regime.
There would also be clashes when in 1934, Attilio Rossi, the first editor of the journal, refused to publish Persico's and Nizzoli's manifestos, which were in favour of the Plebiscite requested by Mussolini. No permanent damage was done at the time, and Attilio Rossi's expatriation to Argentina (after being under special surveillance by the political police for quite along time) would prevent more serious consequences, making the relationship between the journal and the institutions one increasingly based on caution, even without giving in to the invitation to become an official union organ.
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